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  1. Abbot Point Coal Terminal: in pericolo la Great Barrier Reef

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    Mare a 360°
    By Filippo Foti il 29 Dec. 2015
     
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    Il governo federale australiano approva l’espansione dell'Abbot Point Coal Terminal, uno dei terminal per carbone più grandi del mondo.



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    La notizia non ci coglie di sorpresa, ne avevamo già scritto in questo post del 2 febbraio scorso, quando riportammo appunto che la “Great Barrier Reef Queensland” in Australia è a rischio.

    In quella occasione abbiamo scritto che “La Grande Barriera Corallina, dichiarata Patrimonio dell'Umanità nel 1981, una delle sette meraviglie del mondo, si trova ad affrontare gravi minacce dovute al cambiamento climatico, ed il progetto di espansione di ricerca di carbone della “Carmichael Mine” nel nord del Queensland, peggiorerà la situazione. Questo sito potrebbe diventare la più grande miniera di carbone in Australia con una produzione di circa 70 milioni di tonnellate l'anno”.

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    Si tratta del controverso progetto che prevede di dragaggio 1,1 milioni metri cubi di sedimenti dai fondali marini che si trovano a soli 20 chilometri dalla barriera corallina più vicina, per poi trasferirli in un'area vicino alle zone umide vicino a Bowen, nel nord del Queensland.

    Già nel 2013 si era parlato di questo progetto che, secondo il ministro dell’ambiente Greg Hunt, prevede l’ampliamento del porto per far posto alle navi che entrano ed escono. Progetto che è fallito, slittando più volte, per le proteste dei gruppi ambientalisti. Al momento si aspetta la formale approvazione del Queensland.

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    C’è da dire che vicino alle zone umide del Queenslan, insistono 7.400 km di costa e la più estesa barriera corallina esistente del pianeta (2.300 km circa), ed è anche la regione con più turismo che ospita 378 specie di mammiferi, 828 specie di uccelli, 4000 specie di pesci, 300 specie di lucertole, 140 specie di serpenti, due specie di coccodrilli e 50 varietà di mammiferi marini, con una gravissima minaccia soprattutto per l’ambiente marino.

    L’Abbot Point dovrebbe essere il punto di esportazione per il carbone proveniente dal bacino geologico del Permiano “Galilee Basin” nella zona occidentale del Queensland che si trova a circa 400 chilometri di distanza.

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    Alla faccia dell'impegno a non superare il limite di 1,5° C dell'aumento della temperatura della Terra raggiunto all'ultimo summit Onu sul clima (Cop21), il ministro federale dell'ambiente Greg Hunt, dando il via libera per l'espansione dell'Abbot Point Coal Terminal, ha precisato che i detriti, contrariamente a come precedentemente era previsto, non andranno ad essere riversati in mare, accogliendo le richieste precedenti di gruppi ambientalisti, e che comunque, fermare la miniera Adani non necessariamente ridurrebbe le emissioni di gas serra. E se lo dice lui ... !?

    Dopo l'approvazione, Larissa Joy Waters, senatrice dei Verdi del Queensland. responsabile del partito federale dell'ambiente e della biodiversità ha detto che il dragaggio di 1,1 milioni di metri cubi di terra dalla vicina barriera dovrebbe mobilitare circa 10.000 tonnellate di sedimento fine, soffocando l’habitat delle alghe per dugonghi e tartarughe.

    Ha anche precisato che la decisione di approvare l'espansione Abbot Point è "direttamente in contrasto con l'accordo globale a Parigi per limitare il riscaldamento globale entro 1.5° C per salvare la nostra Grande Barriera Corallina e le case dei nostri vicini delle isole del Pacifico".

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    Larissa Joy Waters


    Non se ne può più di leggere ed ascoltare tutto ed il contrario di tutto. Proprio nel corso di COP21 l’Australia, mediante l’Emission Reduction Target, ha l’intento di ridurre entro il 2030 le emissioni di gas del 26-28%, rispetto ai livelli del 2005, ed ora serve al pianeta questo bel piatto freddo!

    L'espansione del Abbot Point Coal Terminal è il più grande progetto minerario in Australia della "Adani Mining", interamente controllata dalla multinazionale indiana Adani Group. e fornirà abbastanza carbone per generare elettricità per un massimo di 100 milioni di persone.

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    Il terminal del porto previsto si trova proprio sul bordo della scogliera, a circa 19 km dai più vicini coralli.
    Il 21 dicembre scorso, Greg Hunt ha approvato questa proposta, ed ha messo severe condizioni ambientali sulla espansione, come ad esempio il monitoraggio della qualità delle acque intorno alla zona, il monitoraggio dei movimenti delle navi, e fare in modo che la terra dragata non torni in mare.

    Il portavoce della World Wildlife Fund (WWF) - Australia Louise Matthiesson ha detto invece che il porto è già in una zona ambientale delicata:"Abbot Point si trova ai margini della zona che è patrimonio mondiale. Questa è una zona ad alto indice di conservazione e non è un sito appropriato per il dragaggio o uno sviluppo portuale di carbone.".

    "Sappiamo che ci sono spiagge di nidificazione delle tartarughe, ci sono dugonghi, ci sono i delfini “orcella australiana” (Orcaella heinsohni), - una specie di delfino scoperto di recente e classificata scientificamente solo nel 2005 - e migliaia di uccelli in via di estinzione, ha concluso la Matthiesson.

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    La domanda di carbone in Australia è in calo in quanto i paesi di tutto il mondo sono ormai orientati a fonti di energia rinnovabile verde. Il dragaggio di Abbot Point distruggerà le sue zone umide e le praterie di fanerogame della Grande Barriera Corallina che rappresentano il cibo delle tartarughe e dugonghi.

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    Prima che il dragaggio possa procedere, il ministro dell'Ambiente deve approvare piani di gestione per il dragaggio e lo smaltimento a terra.

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    Edited by Filippo Foti - 24/2/2019, 22:16
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